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Elettrodomestici smart nel mirino degli hacker, la casa intelligente è più vulnerabile
Oltre settecentocinquantamila messaggi di spam hanno invaso gli elettrodomestici "smart" nel periodo che va dal 23 dicembre al 6 gennaio. E' un campanello d'allarme importante, che apre il sipario su uno scenario raccapricciante e che vede gran parte degli elettrodomestici del futuro come il "bersaglio perfetto" per hacker e malintenzionati.
Testata: Testata 1 - 11/03/2014 smart_fridge2-638x425_21023_7.jpg Secondo quanto riportato da Proofpoint (azienda specializzata nella sicurezza informatica) oltre centomila elettrodomestici sono stati infettati da un virus che li ha resi le vittime perfette per l’invio e la riproduzione di messaggi di spam: nel periodo che va dal 23 dicembre al 6 gennaio, sono state ben settecentocinquantamila le email contenenti messaggi spam e pubblicitari che hanno invaso le case intelligenti. E’ un segno che i tempi cambiano anche per gli hacker, che hanno trovato negli elettrodomestici smart il loro paese dei balocchi, grazie ad un’architettura hardware praticamente identica a quella di uno smartphone o di un tablet, ma con un software non sviluppato per resistere ad attacchi che, seppur realizzati con una metodologia piuttosto semplice, hanno reso accessibile il sistema ad un gruppo di malintenzionati. Secondo gli esperti infatti, i pirati informatici non hanno dovuto utilizzare tecniche di attacco complicate, ma hanno semplicemente sfruttato tutta una serie di vulnerabilità piuttosto semplici come, ad esempio, l’utilizzo delle password di default del sistema che ha reso gli elettrodomestici intelligenti (connessi alla rete) totalmente accessibili dall’esterno. “Da ogni singolo indirizzo IP sono state avviate non più di 10 email di spam” – racconta Proofpoint – “In molti casi i dispositivi non sono stati soggetti di una violazione sofisticata, ma ai malintenzionati è semplicemente bastato utilizzare username e password di default per accedere ai dispositivi connessi alle reti pubbliche” E’ un fenomeno che deve essere visto come un campanello d’allarme importante, del quale in effetti si discute da circa un anno, e che rappresenterà uno dei fattori più importanti relativi alla sicurezza domestica del futuro: secondo l’osservatorio IDC, nel 2020 ci saranno oltre duecento miliardi di dispositivi domestici connessi alla rete, dispositivi che nonostante siano stati progettati per essere accessibili dall’esterno, tramite l’utilizzo di applicazioni che ne rendono possibile il controllo a distanza, dispongono di un software elementare che - a differenza di quanto accade su smartphone, tablet e computer - attualmente non può essere protetto con antivirus ed anti spam, e l’unico aggiornamento al quale potrà essere sottoposto è quello del firmware, rilasciato direttamente dal produttore. Un problema reale, in un mercato la cui espansione sarà esponenziale e che ha già iniziato a crescere. Ha pochi giorni la notizia dell’acquisizione di Nest (un’azienda specializzata in termostati ed altri sensori domestici “intelligenti”) da parte di Google, e le Smart TV con webcam integrata sono sempre più diffuse: uno scenario raccapricciante, nel quale i dispositivi dotati di telecamera potrebbero essere violati da malintenzionati che, in questo modo, avrebbero la possibilità di guardare tutto ciò che accade in casa e magari rendersi conto quando non è presente nessuno, con ovvie conseguenze. Certo, è una visione piuttosto pessimistica delle cose, ma ormai il campanello d’allarme si è attivato, e le più grosse aziende produttrici e specializzate in sicurezza si sono già messe a lavoro per risolvere il problema. Dio Questo articolo è comparso sulle seguenti rassegne: Rassegna stampa del 20/03/2018 - Curiosità dal web
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